La rinite allergica è definita come una risposta infiammatoria delle membrane della mucosa nasale a seguito di inalazione di uno o più sostanze allergizzanti come pollini, polvere e peli di animali. Questi possono scatenare una reazione immunitaria che si manifesta con congestione nasale, rinorrea acquosa, starnuti e prurito.La rinite allergica rappresenta il  quinto disturbo cronico per frequenza negli Stati Uniti, e colpisce circa 1 persona su 6. Nella popolazione pediatrica ha raggiunto ormai il record di malattia cronica più comune dell’infanzia.

Patofisiologia dietro ai sintomi

La tendenza a sviluppare reazioni allergiche è strettamente legata a componenti genetiche. In individui suscettibili alcune proteine inalate a livello nasale, si legano a specifiche immunoglobuline, dette IgE, che rivestono la superficie dei mastociti. Questo legame causa  il rilascio di mediatori dell’infiammazione come istamina, triptasi, chinine, ecc. Tali sostanze causano stimolazione delle ghiandole mucose con incremento delle secrezioni e rinorrea, aumento della permeabilità vascolare con essudazione di plasma e congestione, stimolazione di nervi sensoriali con conseguente prurito e bruciore. Tutti questi eventi possono manifestarsi nell’arco di pochi minuti. Dopo 4-8 ore dall’evento altre cellule infiammatorie come neutrofili, linfociti, eosinofili e macrofagi vengono reclutati permettendo alla reazione di auto-mantenersi nel tempo anche per giorni. Quando ciò avviene si instaura una reazione sistemica con conseguente astenia, spossatezza e sonnolenza.

Diagnosi

La diagnosi è clinica e si basa su sintomi, storia clinica, esame obiettivo e test allergici. I più comuni esami raccomandati sono due:

  1. In vivo: introduzione percutanea di estratti di allergeni attraverso posizionamento di piccole quantità di soluzioni allergizzanti concentrate sulla cute e lesione mirata con puntura o graffio. (es. Prick test)
  2. In vitro: misurazione quantitativa indiretta di IgE prodotte a seguito di aggiunta di allergeni su campione di sangue del paziente (es. RAST test).

Non è raccomandato l’imaging radiologico.

Esame obiettivo: peculiarità

Naso:

  • increspatura della metà inferiore del ponte causata dal continuo utilizzo della mano o delle dita finalizzato allo sfregamento;
  • deviazione o perforazione del setto nasale.

Orecchie:

  • retrazione ed anormale flessibilità della membrana timpanica.

Occhi:

  • iniezione ed infiammazione della congiuntiva palpebrale;
  • linee di Denni-Morgan (increspatura della palpebra inferiore);
  • colorazione rosso-brunastra delle aree infero palpebrali dovuta alla congestione e vasodilatazione nasale (allergic shiners).

Linee di Denni-Morgan

Allergic shiners

Orofaringe:

  • accentuazione lineare del tessuto linfoide nella parete posteriore della faringe.

Complicanze

Sebbene la RA (rinite allergica) non sia una patologia pericolosa per la vita, le complicanze di una sintomatologia non adeguatamente trattata possono essere talvolta molto spiacevoli in particolar modo nei bambini, come:

  • sinusite cronica e acuta
  • polipi nasali
  • otite media
  • apnea notturna e disturbi del sonno
  • alterazioni dentali (overbite) da eccessiva respirazione orale
  • anormalità del palato
  • disfunzioni della tuba di Eustachio.

Raccomandazioni e rimedi

Terapia di prima linea: steroidi nasali e/o antistaminici orali:

  • Gli steroidi intranasali cone il mometasone, fluticasone o beclometasone sono molto utilizzati ed hanno dimostrato efficacia superiore rispetto alle altre terapie, implementando la qualità di vita ed impattando pesantemente sul miglioramento del ritmo sonno-veglia.
  • Gli antistaminici di seconda generazione come cetirizina e levocetirizina assunti una volta al giorno sono i primi che devono essere considerati, dato che hanno dimostrato di agire in fretta ed in modo efficace. Molto validi anche come rapporto costo-beneficio.

Terapia di seconda linea:

  • Antistaminici intranasali come azelastina.
  • Immunoterapia sottocutanea e/o sublinguale per i pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica. Si è visto come la somministrazione dilazionata di alte dosi di allergeni sarebbe in grado di ridurre la “sensibilità” del sistema immunitario al singolo agente allergizzante. Tassi di successo sono stati riscontrati in circa l’80-90% rispetto a determinati allergeni (polvere, polline e peli di gatto). Talvolta non si riscontrano miglioramenti significativi per i primi 3-6 mesi di trattamento per questo motivo la terapia dovrebbe essere protratta per 3-5 anni.

Terapia ambientale.

La terapia deve sempre essere complementare, almeno dove possibile, alla rimozione di allergeni ambientali come peli di cane e l’uso eventuale in casi selezionati di sistemi di filtrazione dell’aria.

N.B. Evitare gli antagonisti orali del recettore dei leucotrieni.

Una patologia senza ripercussioni economiche?

I trattamenti medici per la rinite allergica rappresentano negli USA un costo stimabile tra i 2 ed i 5 miliardi di dollari. La perdita di produttività a causa di questo disturbo è stata calcolata intorno ai 2-4 miliardi di dollari ogni anno in accordo con il work group di Michael D. Seidman, MD, del Department of Otolaryngology–Head and Neck Surgery, Henry Ford West Bloomfield Hospital, West Bloomfield, Michigan.

È sempre rinite allergica?

In caso di rinite refrattaria a terapia è sempre bene non dimenticare altre patologie rare e talvolta ben più gravi che si associano a simile sintomatologia come la sarcoidosi, l’ipotiroidismo, l’immunodeficienza, le sindromi con alterazioni ciliari e le patologie del connettivo.

AUTORE: Daniele Angioni

EDITING: Alessandro Alberati

BIBLIOGRAFIA:

  1. Henderson, D. New Guidelines for Allergic Rhinitis Released. Medscape Medical News.
  2. Guidelines published on February 2 in Otolaryngology – Head and Neck Surgery.
  3. http://emedicine.medscape.com/article/134825-overview


Immagine da:

  1. http://www.imt.ie/
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