D. Cosa fare se non riesco a contattare il SISP?
R. In questi giorni il servizio sta ricevendo tantissime segnalazioni e la maggior parte dei SISP sono in sovraccarico. Consapevoli del grave problema di non riuscire ad avere un contatto con i SISP stiamo cercando di dare il nostro contributo per risolverlo a livello dell’Unità di Crisi. Abbiamo proposto di deviare il tutto su una piattaforma web, (il portale medici e pediatri della Regione Piemonte) e di utilizzare la collaborazione dei Colleghi tirocinanti del Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale. Stiamo chiedendo inoltre costanti e chiare informazioni su difficoltà e procedure per poter suggerire soluzioni.
D. Un paziente di 90 anni affetto da patologie croniche mi chiede di emettere un certificato per non presentarsi all’incontro con un notaio. Il paziente attualmente si trova a Pietra Ligure. Posso emettere il certificato?
R. In questa situazione si potrebbe solamente fare un certificato sulle condizioni di salute dedotte dalla cartella clinica, specificandolo, con riguardo alle patologie croniche, ma non certo su quelle attuali visto che non è visitabile. Tanto meno quindi è possibile certificare su attuali impedimenti a presentarsi ad un incontro. Se mai può lui far valere l’impossibilità a spostarsi in questo momento in cui tutti gli spostamenti non urgenti sono da evitare.
D. Il familiare di un mio paziente sta rientrando ora dalla Spagna, non necessita di un certificato di malattia in quanto lavora all’estero ma dalla ASL gli hanno detto di rivolgersi ad un medico di famiglia. Cosa debbo fare? Devo metterlo in quarantena?
R. No, noi non possiamo mettere una persona in quarantena preventiva solo perché giunge dall’estero, ma al massimo consigliare un isolamento volontario. Nel caso invece dovesse giustificare l’assenza dal lavoro, possiamo emettere certificato INPS per quarantena solo a fronte di notifica del SISP, che può emetterla anche nel caso di persona rientrata dall’estero.
D. Sto ricevendo numerose richieste da varie aziende e medici del lavoro, di “certificazioni” per vari pazienti fragili (pazienti oncologici, cardiopatici, immunodepressi, diabetici, donne in gravidanza, etc…). Posso emettere questi certificati? Non spettano all’Autorità Competente?
R. I medici di famiglia non hanno lo status di “autorità sanitarie” e pertanto non sono autorizzati a mettere in malattia soggetti a rischio e asintomatici a meno che non sia notificato dal SISP. Spetta al datore di lavoro, che voglia garantire la sicurezza sul lavoro dei propri dipendenti utilizzare i congedi o applicare i benefici della legge 104, per gli aventi diritto, oppure attuando il lavoro a casa. Sicuramente non può trasferire sull’INPS e sul MMG le proprie responsabilità. Siamo in attesa di una pronuncia di INPS nazionale che faccia chiarezza sull’argomento.
D. Una mia paziente, in stato di gravidanza avanzata con placenta previa, mi ha chiesto una certificazione di malattia. Attualmente si trova in un’altra regione e dunque non posso visitarla. Posso emettere il certificato?
R. In condizioni di una gravidanza a rischio, l’assenza dal lavoro della paziente va giustificata o con un certificato di malattia oppure con una maternità anticipata. Nel primo caso si può rivolgere ad un medico operante nella zona dove si trova attualmente, nel secondo caso al consultorio (che comunque potrebbe provvedere anche a mettere in malattia).
D. Ho una paziente sintomatica che lavora come infermiera a stretto contatto con pazienti COVID. Non ho ricevuto segnalazioni da parte del SISP di metterla in quarantena. Come mi comporto?
R. Attualmente la normativa prevede che siano necessari gli estremi del provvedimento che ha dato origine alla quarantena, dove è anche indicato il giorno della decorrenza, affinché il medico possa certificare. E’ indispensabile, come da tempo la FIMMG sta richiedendo alla Regione e alle ASL, che i servizi SISP siano potenziati e forniti di un numero dedicato ai MMG proprio per comunicare i casi di sospetto contatto con paziente risultato positivo che necessitano del provvedimento di quarantena. Nel caso invece l’operatore sanitario risulti positivo all’infezione da COVID-19 è necessario che il datore di lavoro effettui la denuncia di infortunio all’INAIL corredata dal certificato di infortunio prodotto dal medico.
D. In più occasioni mi è stato richiesto da parte degli utenti un certificato di rientro al lavoro dopo malattia su richiesta pressante del datore di lavoro. Come mi devo comportare?
R. La recente normativa prevede un certificato medico di riammissione a scuola solo per gli alunni che si sono assentati per più di cinque giorni da scuola per una malattia infettiva. La normativa non istituisce invece obblighi certificativi di riammissione dei lavoratori. Resta inteso che ogni cittadino può richiedere un certificato di stato di salute che come sempre dovrà essere rilasciato sulla base di quanto oggettivamente riscontrato durante la visita medica.
D. Come mi devo comportare rispetto alle notizie che pervengono circa relazione tra assunzione di certi farmaci e l’infezione da Covid-19?
R. Purtroppo anche in questo momento persistono le fake news, che non fanno che alimentare confusione in un contesto già difficile come quello emergenziale. Ricordiamo di affidarsi sempre e solo a fonti ufficiali, rifacendosi quindi a link istituzionali. Riportiamo quindi il link ad hoc sul sito AIFA: https://www.aifa.gov.it/emergenza-covid-19 . Inoltre la stessa AIFA si è recentemente espressa su ACE inibitori-sartani e COVID-19, FANS e COVID-19, uso di umifenovir nel COVID-19 (https://www.aifa.gov.it/web/guest/-/aifa-precisa-uso-umifenovir-su-covid-19-non-autorizzato-in-europa-e-usa-scarse-evidenze-scientifiche-sull-efficacia).